Monday 5 June 2017

Attico, covo di sogni.


"A Ginevra...

che c'è ma vorrebbe scappare...
che scappa ma vorrebbe tornare...

che tiene ma vorrebbe lasciare...
che lascia ma vorrebbe tornare...

A te che sei tutto questo e molto di più e...per te non è abbastanza!

Specchiati e guardati. 
Sei tu."

Come l'esposizione a freddo. L'intricato bisogno di eccellere, la voglia di arrivare e basta, senza preoccuparsi della qualità di percorso.
E poi di botto, la Gioia.

La Gioia della sacra consapevolezza di se;
della scoperta della propria realizzazione, e del compimento di un sogno;
uno alla volta.
La Gioia della maledetta verità che si cela dietro ogni scelta;
dell'inconsapevole paura che  sporca un pò di nero;
La Gioia che racchiude un momento di sospensione, il lucido volere del bene per se stessi, che fa da cornice ai cari.

E poi sì, la Gioia, quella fine a se stessa;
quella che si dipenge nell'aria con le dita, quella che respiri ai vertici;
la Gioia che scaturisce in te la voglia di ridere tanto, di far tremare il sistema nervoso, e il cuore;
quella Gioia che io trovo arrivando, per poi partire ancora.
La Gioia dentro degli scatoloni impregnati di storia, valige con aneddoti piegati, ancora da vivere.

Quella Gioia che nasce, e si estende, in un attico, covo di sogni.

Thursday 4 May 2017

Per bimbe coraggiose.


Tutte quelle bimbe che si alzano coraggiose la mattina.
Ma dannazione, quante sono?!

A scrivere liste su liste su cartoncino ruvido.
Stropicciate, lasciate perdere, riprese in mano e poi fatte sparire.
Di nuovo.
Quelle liste senza le quali ci sentiamo persi, ma in qualche modo, ci perdiamo comunque.

Le bimbe coraggiose  la conoscono molto bene questa sensazione.
Il vuoto, la navigazione sospesa.
Indossiamo le righe per sentirci protette , ma non ci accorgiamo che siamo ancora una volta dietro a delle sbarre sottili.
Non ci sono ne liste ne righe che tengono.
Dobbiamo perderci, svuotarci, brancolare nella foresta; per poi trovarci.


Le bimbe coraggiose scelgono fiori gialli e violetti; sgranocchiano mirtilli sulle scale.
Si godono degli squarci di vita, perche' si rendono conto che un momento illuminato e' piu' intenso di una vita consolata da drammi.

Le bimbe coraggiose non hanno paura di sentirsi annegare, perche' sanno gia' dove trovare la stanzetta di salvataggio.
Sorridiamo con le lacrime grosse come uova di struzzo, pesanti e rare.

Le bambine coraggiose sollevano pesi ogni ora del giorno, di muscoli abbondano.
E quando si avvicina la sera, si arriva al bilancio.

Poi chissenefrega; bisogna far volare le scarpe per aria, tuffarsi in un cucchiaio colmo di spezie, i capelli volanti;
la voglia di creare un mondo in cui possiamo sentirci piu' salvi di quello in cui ci hanno fatto credere di vivere.

Le bimbe coraggiose, hanno voglia di liberta'.
Le bimbe coraggiose, ne hanno a volonta'.
Basta del gelato, un ombretto colorato e tante chiacchere senza necessariamente logica o convenienza.

Le bimbe coraggiose, hanno armatura nascosta dietro un reggipetto spesso sbiadito;
Loro hanno la voglia di migliorare questa bolla di mondo.
Date loro solo qualche pennello in piu'.


Friday 24 March 2017

L'Evidenza.

"Ma tu cammina, cammina,
accumula strade lasciando che tutto si muova [...]
Ma tu, respira, respira,
non chiudere gli occhi se il buio della notte ti trova".
 
 
In quella posizione scomoda e ruvida ti contorci, nella solitudine e le lacrime di una bambina troppo cresciuta.
Parlo a te, Creatura.
Ora brindo a quella Rivoluzione.
Rivoluzione; quando accade il compimento del sogno.
 
Soffrivi per un futuro troppo lontano, per un'esplorazione del mondo prematuro per il tuo corpicino vergine d'esperienze.
Urlavi in silenzio per la gabbia che sentivi ferrosa stringerti intorno a te.
Le pulsioni che si facevano ingombranti, ma la forma che dovevi rispettare per non uscire dai contorni, e pagare penitenza.
 
Ma silenzioso il tempo, piu' furbo di te, agisce levigante.
Ora danza scalza con la chioma che muove gli atomi di questa  tana.
Distratta da mostri che si elevano piu' altri di te, non vedi l'incantesimo.
Il bacino e le cosce scandiscono il ritmo della tua liberta'.
 Cosi' vi sussurro:
 
"bambini coraggiosi,
accade che i sogni si compiono
e se l'incantesimo avviene nel modo corretto,
ne sarete a malapena consapevoli".

Monday 20 March 2017

Drama sucks.

Nella molteplicita' che mi avvolge, dico si' alla vita, e al cambiamento che essa comporta.
Abbraccio lo sconvolgimento, e la stabilita'.
Un momento di pazzia che come una spezia colora il sapore di questa ricerca di equilibrio.
Dalle ossa flessibili decido di non farmi spezzare, ma accolgo i piegamenti che dolci mi indirizzano.
Accompagnata da incenso brucio ogni mia inscicurezza e rigidita', che come una camera buia ti intrappola e anzi, fa da concime per eventuali mostri.
Annaffio prati colmi di Sogni, che come benzina alimentano il sorriso mio quotidiano.
Come effetto domino il ciclo procede, e tutto il resto rimane una sbucciatura.
Come un arancia rotonda e polposa scelgo l'abbondanza;
di raggiungimenti.
d'amore,
di sbagli, ma sempre uno diverso da quello precedente.
di urla.
di corse.
di godimento.
di folle possedimento di consapelezza per la bellezza che siamo. che questo mondo sferico e'.


Io sono tante cose, io sono la molteplicita'.
Sono il calore della vicinanza, sono il gelo dell'abbondante distanza tra gli spazi.
Sono la paura prima di un gradino, il coraggio del spiccare il volo lontano.
Sono il fiume di parole davanti ad un caffe', sono il silenzio dietro ad un offesa.
Sono la pietra dura su cui scalfirti, sono la sabbia che ti assorbe.
Sono la vita negli occhi grondanti di lacrime, che supplicano per una gioia sempre piu' grande.
Io sono quella camicetta che tieni con insicurezza nell'armadio, ma che un giorno prenderai il coraggio di indossare e affermare feroce: "Drama sucks".

Friday 24 February 2017

Una vita patchwork.


Ci si alza la mattina;                                                                                                                      
Metto lo zucchero nel caffe’ o solo un goccio di latte? La camicia quella a righe, o meglio un jeans con la felpa scura? Prendo l’autobus o decido che oggi usero’ la bici? Ecco, arrivero’ a lavoro sudata. Prendo qualcosa al bar, o meglio portarsi la schiscetta? Ma se incontro Gio’, lo saluto , o faccio la donna ferita che lo evita come un proiettile? Scartoffie, lavoro, ricerca, noia, articoli, chiacchiere, scadenze, giudizi, paure, maschere.                                                                                                                                                
Lettere mai spedite, tazze mai rotte, vestiti aderenti mai indossati, bottoni “invia” mai premuti, aerei mai presi, lasagne mai infornate, biglietti mai comprati, lacrime mai versate, vette mai scalate, jeans mai provati, parole mai pronunciate, mani mai strette, anime mai toccate, promesse mai mantenute.
Scelgo una vita a luci intermittenti, una vita senza copione o anticipazioni. Scelgo lo squarcio della prevedibilita’, delle paure sotto il cuscino, braccia mai allungate fino al soffitto.                                   Scelgo le pareti dipinte con le mani, di colori duri e intensi. Scelgo l’essenzialita’ che mi da spazio alle idee, alla crezione, alla pazzia, e all’abbondante caos che eccita la vita. E’ il vuoto che da la possibilita’ all’energia di entrare. Scelgo l’invenzione, la progettazione,e  la demolizione, per poi dare spazio ad un altro progetto ancora. Scelgo di alzarmi la mattina e ringraziare la terra per i germogli a cui da la possibilita’ di crescere, e le gemme che si intravedono tra le mattonelle di casa mia. Scelgo l’assenza di armadi, il non ‘incasellamento’, la non ‘definizione’. Scelgo l’ignoto, la sorpresa, scelgo di essere il regalo che sono. Scelgo il compimento senza opposizione, il naturale scorrere dell’essere. Scelgo la calma, contro l’ansia. L’ansia l’apprendiamo, come si apprendono le tabelline. Non siamo stati fabbricati per essere ansiosi dell’avvenire.
Scelgo il cubo di Rubrik; la concentrata volonta’ di trovare la combinazione che si addice alla tua storia, ai tuoi colori. Alzarsi ogni mattina e darsi la possibilita’ di avere un cielo sopra la propria testa sempre diverso. Il nostro sistema operativo non e’ stato impostato per avere un compulsivo bisogno di definire la nostra vita; solo di viverla.
Scelgo, una vita diversa.
Scelgo, una vita a patchwork.

Saturday 18 February 2017

Ma dove scappi, ragazzina?


Tu sai per caso dove stanno di casa di casa i mostri?

Io me li immagino con un cinturino rosso e una tunica blu fitta, e vagano senza sosta; chissa' dove vanno, chissa' cosa vogliono.

Voglio fare festa ogni giorno, io;
Vorrei accendere incenso per le stanze della mia dimora.
Stare sotto le coperte la mattina con le tende ancora chiuse, a divorare pagine di antica poesia.
Lanciare fiorellini giu' dalla finestra come se fossero coriandoli.
Correre per strada ad abbracciare gli sconosciuti.
Celebrarmi con una danza.
Sfornare biscotti alla cannella per il paese.
Il tutto, in ordine cronologico.

Ma no, la maggiorparte delle volte rimane un Volere leggero nell'aria, che ha solo il sapore del sogno.
I mostri, quelli piu' cattivi, altro che cinturno rosso e tunica blu fitta.
Quelli piu' brutti vagano insieme a te, a braccetto, e non si nascondono.

Allora rimani li' tutto impacciato a cercare di capire come questa convivenza possa essere possibile.

Ma dove scappi, ragazzina?
Rimani ancora un po', a giocare qui con me.





Saturday 11 February 2017

Corvi intonano inno in sala da ballo.


No, perché oggi dico no.
Un "no" vestito di nero, che sbatte la porta di vetro, e rimane scheggiata.
Qualche scheggia intrappolata nella mano, allora dici "dai, ti accolgo ancora per un pò".
Il corvo sulle scale intona l'inno giornaliero.

Vedi dalla fessura del tuo muro che ti "protegge", il mondo che gira;
Gira con movimenti impacciati, senza di te.
Qualcosa ti piace, qualcosa meno, ma tutto rimane in superficie, perché quello che appare a te è un moviemento concentrico che nel complesso dinamico forma un armonia banale, ma tagliente.

Il muro non ti protegge più; spesso ti dimentichi che l'hai costruito con la carta pesta, e anche un minuscolo ago può intaccarlo.

Sul tuo tagliere incurvato dal tempo, alle prese con il taglio di broccoli e salmone, ti appigli alle costanti che nella tua vita possono essere manovrate da te, te sola.
Dannazione, le costanti non bastano, tagliategli la testa.
Sono la regina di cuori, fragili e incandescenti.

La paura che mette in discussione la tua intera esistenza, i piedi legati al piombo che ti fanno inclinare anche la schiena, fino a prostrarti ai piedi dei tuoi demoni, dalle corone di ossi.

Al diavolo per un attimo la leggerezza.
Lasciatemi immgergere nel lago di petrolio, fatemi decantare qui dentro, appesantita.
Come puoi tornare a volare leggera, se prima non hai preso coscienza del tuo peso?

Imbronciata rimani, con gli zigomi corrucciati, gli occhi come habitat naturale per anfibi.
Vorrei un paio di occhiali da sole, in grado di inglobare le fantasie che rendono questa vita abbondante.
Si', abbondante; come i corpi maestosi di donne africane, come una cena condivisa intorno ad un tavolo di legno grezzo, come l'amore che trabocca dopo lo scorgere di un calice di vita vibrante. Come il pianto di disperazione, come il sollievo dell'acqua di ruscello.
L'abbondanza.

E allora Demoni, vi faccio danzare nelle mie sale da ballo ancora per un pò, ma non esiterò a chiudere i portoni e mandarvi via, quando intravedrò dietro la collina verde la parte più bella di me, che porrà ombra su di voi.

Mi truccherò con polvere di stelle, e pigmenti rossi sulle mie guance Sioux, guerriera quale sono.
In attesa, che il sipario cali.

"Cesa de definirte: 
concédete todas 
las posibilidades de ser,
cambia de caminos
cuantas veces te sea necesario."
        
Alejandro Jodorowsky.

Wednesday 8 February 2017

Lotta con i lupi.

Si girò con leggerezza, perchè era l'unico modo che conosceva.
Ginevra non sapeva cosa le sarebbe aspettato, ne la forma che la sua vita avrebbe preso.
Però si è girata, e questo è stato il gesto decisivo.
Un applauso per Ginevra.

Ma chi glielo dice che sarà un buco nero?
Chi le dirà che sarà una confronto bellico quotidiano contro se stessa?
Chi le dirà che l'impatto con il mondo fa male da morire, peggio delle spine della miglior rosa?
Chi le dirà che l'importante sarà camminare sempre, perchè qualche volta si sarà zoppi, ma bisogna proseguire?
Chi le dirà che non dovrà smettere di darsi le carezze?
Chi le dirà che l'autobus costa sempre 1 moneta sola, ma farsela a piedi è una storia molto più saporita?

Chi glielo dice a Ginevra, che le verrà da urlare fino a perdere la voce, di rotolarsi tra le coperte tutto il giorno senza voler uscire ad annusare il mondo, che ci saranno giornate in cui vorrà spennellare il mondo di giallo opaco, che il gelato in inverno non va preso, ma anche chissenefrega.

Chi glielo dice, a Ginevra, che da quando si è girata, sarà una lotta con i lupi?
Ma soprattutto, se Gin ha letto "Il libro della Giungla", saprà di certo che gli stessi lupi possono essere la famiglia più calda.

Nessuno lo dirà a Ginevra.
Un salvifico "nessuno".
Ma fa parte del libretto d'istruzioni e lei, questo, non lo sa ancora.
C'è ancora tanto di quel tempo per scoprirlo, bimba mia.

Con leggerezza, le zampe lunghe, e i denti affilati.
Un Ghepardo con le orecchie affusolate, ma attente,
E non voltarti mai.

Saturday 4 February 2017

Crema ai lamponi.

Un Flat white con latte di soia, e uno Scone impregnato di ricordi.
Avvolgenti sensazioni in un pomeriggio limpido.
La bellezza del donare, per la gioia di ricevere.
L'energia vitale con cui si dona è caratterizzata  e alimentata da un amore inspiegabile per la spontaneità.
Ma che menzogna sarebbe nascondersi dietro alla bugia di non estasiarsi all'innocente idea di ricevere?
Agire con la purezza dell'ascoltare se stessi, privandosi di ogni etichetta di cartoncino.
Compiere il regalo che si è.
Perché troppo spesso le ali sono macchiate di sostanza nera, e appena si tocca terra, si e' il nulla.
Liberarsi!
L'innocenza e la pazzia, una pozione contro il male del globo.
Proteggersi!
Uno scudo fatto di saggezza e crema ai lamponi!

Thursday 2 February 2017

"Poesía sin fin"



"This wonderful work will be lost.
Everything will vanish.
Our souls will disappear, it doesn't matter, dreams vanish too.
And little by little we dissolve as well.
Poetry, like the shadow of a flying eagle, leaves no trace on land.
A poem reaches perfection when it burns."

Senza calze, il freddo che arriva dal basso.
Non si vuole arrivare a questo. Ma in fondo sì.
"Collapse".
 Collera e gioia in un mix analcolico moderno.
Prolisso, il riflesso si infrange.

"Soy artista, soy poeta".

Sono quello che bramo essere.
Lo devo essere, un imperativo affamato, ma senza armi.
Gioco a sognare.
Tutto appare allegoria, ma attendo ciò che non arriva mai.

Allora c'è da agire.
La poesia è azione.
L'azione che amo come estensione alla vita.
E mi protraggo a ricercare la perfetta cucitura ai buchi, in un mondo con l'ulcera.

E allora, mio amato Alejandro, mi annaffi di poesia ancora, e ancora:

"Qual es el sentido de la vida?
El cerebro hace preguntas, el corazón da respuestas...
La vida no tiene sentido, hay solamente que vivirla.
Vive!
Vive!
  Vive!"

Alejandro Jodorowsky, "Poesía sin fin".

Friday 27 January 2017

Colori in nota danese.

Una dolce insalata di orzo che sa di agrume. 
Il salmone con il suo rosa che si mescola con pomodori di un giallo sferico. L'uvetta umida addolcisce  la mandorla croccante, e i pistacchi danzano sulla melodia in verde.

Una ragazza danese, i capelli di un arancio caldo, che accolgono morbidi l'interlocutore in uno sguardo che sa di amicizia gratuita.
Grazie vita.

Thursday 26 January 2017

As a Daffodil.


In the apparent state of suspension.
The observation of detail,  which in its precarious perfection
it packs a ton of incredible luminous substance.

The ecstasy of this moment.
The assumption of consciousness,  presence to the mind,
and the sensible world is only a  distant echo.

Perceiving, and knowing how to tell it; 
the capacity to allude to a higher level of our knowledge.

There is no more rewarding thing to know that loneliness is just a short ruffled hiding, but fortifying.


Monday 23 January 2017

D'intreccio.



Sì oltraggioso nodo, mi riferisco proprio a te.
A te che ti radichi dentro di me senza un magro permesso, a te che stringi sempre di più sino a farmi malapena respirare.

A te nodo, che ovunque vada, e qualunque sforzo mi permetta di fare, sei sempre dietro l'angolo più nascosto della mia anima, a ricordarmi la mia immancabile irresolutezza.
Sei il mio grigio promemoria di quanto sia consolatorio utilizzare costantemente la scusa del "è tutto complicato" per mancare alla propria salvezza. 

Contorto, spesso, ruvido, mi invadi senza darmi il tempo materiale per districare il primo delle tue tante ramificazioni. 
Mi sveglio, allungo il braccio, e la mia mano pallida si allunga per raggiungere quella bolla luminosa, ma tu infinitamente presente e fuso in me, lo impedisci.

Sei tu nodo, 
che mi vuoi convincere che sia irraggiungibile, quella matassa libera al vento che sorride ai campi fioriti, libera.

Sei tu nodo, 
che mi oscuri le ore facendomi credere che la mia piccolezza possa vincere sui miei sogni.

Sei tu nodo,
che il tuo compito quotidiano è quello di mettermi in guerra con me stessa, e sfoggi odio e calunnia.

Sei tu nodo,
che cerchi di ammaliarmi con la tua sconfinata pesantezza del tuo essere complesso.

Ma sai, mio caro nodo, che ora mi avvicino e ti do una carezza.
Poi ti abbraccio, ti bacio, e ti abbraccio ancora.
Ti farò mio amico, mi prenderò cura di te.
I nemici non si combattono, per il semplice fatto che non lo sono mai stati.
Torno nella mia penombra, dove l'intermittenza della luce mi permette di vedere quanto sia bella questa vita, d'intreccio.

Friday 20 January 2017

Poesia d'autenticita'.


"Il non essere è simile all'ovatta,
in cui sono avvolte le nostre giornate.
Tutto il problema dell'esistenza consiste
nel cogliere i momenti in cui le cose si fanno
trasparenti e si trova la traccia. 
Come se, per uno squarcio improvviso,
il fondo dell'essere divenisse visibile
e la poesia si facesse realtà."

                         Virginia Woolf



La sagoma mi appare chiara, ma con un soffio di vento già scompare.
Questa ostinata ricerca di una verità.
Ma al diavolo!

Se fosse la ricerca stessa, l'unica e autentica verità?
È questo che mi piace credere, ed è questo che proteggo.

Vengo alimentata da una costante voglia di creare, distruggere, e sviluppare.
Questa sensazione di vuoto che sa di lavanda, ma è solo grazie al vuoto che posso permettere alla poesia di entrare.
È un vuoto, ma che può essere vissuto.
Ed è proprio per questo che la mia costante situazione è un vuoto pieno, impregnato di vita.

Alla fine mi siedo, con le ginocchia sbucciate; più mi impegno a trovare risposte, più la poesia sfugge dalle mani che profumano di corda.

Osservo il cielo, oggi è così generoso, e mi crogiolo in quella limpidità.
Ora sì che riesco a vederle bene quelle forme, chiare e nitide, come inchiostro su carta velina.
Quella è la sagoma, della mia poesia d'autenticità.

Amèlie, e il suo potere rinvigorente.






"Una giovane ragazza con un gusto pronunciato per i piccoli piaceri della vita; immergere la mano in un sacco di legumi, spaccare la crosticina di una creme brulée con la punta del cucchiaino e far rimbalzare sassi sull'acqua del Canal Saint Martin (...)
Amélie sente di essere in totale armonia con se stessa. 
In quell'istante tutto è perfetto. La mitezza del giorno,quel profumo nell'aria, il rumore tranquillo della città. Inspira profondamente e la vita le appare semplice e limpida".


"Il favoloso mondo di Amélie" è un magico film francese del 2001, diventato una cura efficace per i momenti di paura. 
Mi ha insegnato la leggerezza necessaria da acquisire nella vita quotidiana, 
ma soprattutto, mi ha fatto inglobare nel sogno di poter trasformare la propria vita in una tavolozza multicolore , sapendosi divertire, prima di ogni cosa.

Amèlie è semplicemente la mia eroina, perché in fondo tutti noi abbiamo bisogno di un appiglio, nella nostra fantasia.

Là tutto risiede, nella nostra fantasia.
È lo scrigno, che ci salva e protegge.
La fantasia è la nostra spada argentata da usare per conquistarci il nostro microcosmo, per costruirci dei punti saldi, e combattere i draghi più oscuri.

Allora respiro, e mi faccio salvare.




Poetry's birth.


" Le poèt est semblable au prince  des nuées.
Qui hante la tempête et se rit de l'archer;
Exilé sur le sol au milieu des huées, 
ses ailes de géant l'empêchent de marcher."

Charles Baudelaire

Negli angoli di una città vibrante, sento che i colori mi seguono come scie elettriche; si infiltrano senza permesso nei miei pensieri affollati, e si crea l'armonia. 
Cammino svelta, come e' sempre stata la mia spinta da mezzofondista; passi lunghi e lo sguardo che annaspa disperato. 
Perché in fondo si', il mio sguardo e' sempre alla disperata ricerca di una poesia, di una nuvola fatta di zucchero filato, di una carezza che non arriva mai, di un viso da dipingere con le dita.
Navigo costantemente in questa condizione di sospensione. 
Dannazione, fatemi scendere.
La mia camminata diventa una corsa, e la accolgo respirando.
Correre mette in moto tanti centri energetici, e faccio si che tutto scorra senza ostacoli.
Come se fosse una mattina che a stento si sveglia e ti regala i suoi raggi. 
Quella tazza di caffé che sembra non finire mai, ma ti riscalda le guance.
Quel profumo di sapone che é ancora intrappolato tra le lenzuola, e ti raccogli i capelli sfiorandoli come piume. 
Poi decidi di volerti bene, per oggi.
Questo significa lasciarsi abbracciare dalle ventate che arrivano, farsi trasportare dalle correnti d'aria, e soffermarsi nella la brezza che ci ingolosisce di più.
Oggi mi faccio affascinare dal caffè latte, dalla mia playlist sconclusionata, dai pigiamoni da non mostrare mai in pubblico, dai raggi solari che si posano sulla mia parete di cartongesso, dal profumo di girasole nella mia stanza. 
Con le pantofole danzo in mezzo alla cucina, con due uova all'occhio di bue, la morbidezza dell'avocado spalmato, e le pieghe delle risate sul mio viso.
È proprio così, che scateno la poesia, 
in questa corsa di mezzofondo senza fine.