Friday, 20 January 2017

Poetry's birth.


" Le poèt est semblable au prince  des nuées.
Qui hante la tempête et se rit de l'archer;
Exilé sur le sol au milieu des huées, 
ses ailes de géant l'empêchent de marcher."

Charles Baudelaire

Negli angoli di una città vibrante, sento che i colori mi seguono come scie elettriche; si infiltrano senza permesso nei miei pensieri affollati, e si crea l'armonia. 
Cammino svelta, come e' sempre stata la mia spinta da mezzofondista; passi lunghi e lo sguardo che annaspa disperato. 
Perché in fondo si', il mio sguardo e' sempre alla disperata ricerca di una poesia, di una nuvola fatta di zucchero filato, di una carezza che non arriva mai, di un viso da dipingere con le dita.
Navigo costantemente in questa condizione di sospensione. 
Dannazione, fatemi scendere.
La mia camminata diventa una corsa, e la accolgo respirando.
Correre mette in moto tanti centri energetici, e faccio si che tutto scorra senza ostacoli.
Come se fosse una mattina che a stento si sveglia e ti regala i suoi raggi. 
Quella tazza di caffé che sembra non finire mai, ma ti riscalda le guance.
Quel profumo di sapone che é ancora intrappolato tra le lenzuola, e ti raccogli i capelli sfiorandoli come piume. 
Poi decidi di volerti bene, per oggi.
Questo significa lasciarsi abbracciare dalle ventate che arrivano, farsi trasportare dalle correnti d'aria, e soffermarsi nella la brezza che ci ingolosisce di più.
Oggi mi faccio affascinare dal caffè latte, dalla mia playlist sconclusionata, dai pigiamoni da non mostrare mai in pubblico, dai raggi solari che si posano sulla mia parete di cartongesso, dal profumo di girasole nella mia stanza. 
Con le pantofole danzo in mezzo alla cucina, con due uova all'occhio di bue, la morbidezza dell'avocado spalmato, e le pieghe delle risate sul mio viso.
È proprio così, che scateno la poesia, 
in questa corsa di mezzofondo senza fine.

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