"A Ginevra...
che c'è ma vorrebbe scappare...
che scappa ma vorrebbe tornare...
che tiene ma vorrebbe lasciare...
che lascia ma vorrebbe tornare...
A te che sei tutto questo e molto di più e...per te non è abbastanza!
Specchiati e guardati.
Sei tu."
Come l'esposizione a freddo. L'intricato bisogno di eccellere, la voglia di arrivare e basta, senza preoccuparsi della qualità di percorso.
E poi di botto, la Gioia.
La Gioia della sacra consapevolezza di se;
della scoperta della propria realizzazione, e del compimento di un sogno;
uno alla volta.
La Gioia della maledetta verità che si cela dietro ogni scelta;
dell'inconsapevole paura che sporca un pò di nero;
La Gioia che racchiude un momento di sospensione, il lucido volere del bene per se stessi, che fa da cornice ai cari.
E poi sì, la Gioia, quella fine a se stessa;
quella che si dipenge nell'aria con le dita, quella che respiri ai vertici;
la Gioia che scaturisce in te la voglia di ridere tanto, di far tremare il sistema nervoso, e il cuore;
quella Gioia che io trovo arrivando, per poi partire ancora.
La Gioia dentro degli scatoloni impregnati di storia, valige con aneddoti piegati, ancora da vivere.
Quella Gioia che nasce, e si estende, in un attico, covo di sogni.
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