Friday 24 February 2017

Una vita patchwork.


Ci si alza la mattina;                                                                                                                      
Metto lo zucchero nel caffe’ o solo un goccio di latte? La camicia quella a righe, o meglio un jeans con la felpa scura? Prendo l’autobus o decido che oggi usero’ la bici? Ecco, arrivero’ a lavoro sudata. Prendo qualcosa al bar, o meglio portarsi la schiscetta? Ma se incontro Gio’, lo saluto , o faccio la donna ferita che lo evita come un proiettile? Scartoffie, lavoro, ricerca, noia, articoli, chiacchiere, scadenze, giudizi, paure, maschere.                                                                                                                                                
Lettere mai spedite, tazze mai rotte, vestiti aderenti mai indossati, bottoni “invia” mai premuti, aerei mai presi, lasagne mai infornate, biglietti mai comprati, lacrime mai versate, vette mai scalate, jeans mai provati, parole mai pronunciate, mani mai strette, anime mai toccate, promesse mai mantenute.
Scelgo una vita a luci intermittenti, una vita senza copione o anticipazioni. Scelgo lo squarcio della prevedibilita’, delle paure sotto il cuscino, braccia mai allungate fino al soffitto.                                   Scelgo le pareti dipinte con le mani, di colori duri e intensi. Scelgo l’essenzialita’ che mi da spazio alle idee, alla crezione, alla pazzia, e all’abbondante caos che eccita la vita. E’ il vuoto che da la possibilita’ all’energia di entrare. Scelgo l’invenzione, la progettazione,e  la demolizione, per poi dare spazio ad un altro progetto ancora. Scelgo di alzarmi la mattina e ringraziare la terra per i germogli a cui da la possibilita’ di crescere, e le gemme che si intravedono tra le mattonelle di casa mia. Scelgo l’assenza di armadi, il non ‘incasellamento’, la non ‘definizione’. Scelgo l’ignoto, la sorpresa, scelgo di essere il regalo che sono. Scelgo il compimento senza opposizione, il naturale scorrere dell’essere. Scelgo la calma, contro l’ansia. L’ansia l’apprendiamo, come si apprendono le tabelline. Non siamo stati fabbricati per essere ansiosi dell’avvenire.
Scelgo il cubo di Rubrik; la concentrata volonta’ di trovare la combinazione che si addice alla tua storia, ai tuoi colori. Alzarsi ogni mattina e darsi la possibilita’ di avere un cielo sopra la propria testa sempre diverso. Il nostro sistema operativo non e’ stato impostato per avere un compulsivo bisogno di definire la nostra vita; solo di viverla.
Scelgo, una vita diversa.
Scelgo, una vita a patchwork.

Saturday 18 February 2017

Ma dove scappi, ragazzina?


Tu sai per caso dove stanno di casa di casa i mostri?

Io me li immagino con un cinturino rosso e una tunica blu fitta, e vagano senza sosta; chissa' dove vanno, chissa' cosa vogliono.

Voglio fare festa ogni giorno, io;
Vorrei accendere incenso per le stanze della mia dimora.
Stare sotto le coperte la mattina con le tende ancora chiuse, a divorare pagine di antica poesia.
Lanciare fiorellini giu' dalla finestra come se fossero coriandoli.
Correre per strada ad abbracciare gli sconosciuti.
Celebrarmi con una danza.
Sfornare biscotti alla cannella per il paese.
Il tutto, in ordine cronologico.

Ma no, la maggiorparte delle volte rimane un Volere leggero nell'aria, che ha solo il sapore del sogno.
I mostri, quelli piu' cattivi, altro che cinturno rosso e tunica blu fitta.
Quelli piu' brutti vagano insieme a te, a braccetto, e non si nascondono.

Allora rimani li' tutto impacciato a cercare di capire come questa convivenza possa essere possibile.

Ma dove scappi, ragazzina?
Rimani ancora un po', a giocare qui con me.





Saturday 11 February 2017

Corvi intonano inno in sala da ballo.


No, perché oggi dico no.
Un "no" vestito di nero, che sbatte la porta di vetro, e rimane scheggiata.
Qualche scheggia intrappolata nella mano, allora dici "dai, ti accolgo ancora per un pò".
Il corvo sulle scale intona l'inno giornaliero.

Vedi dalla fessura del tuo muro che ti "protegge", il mondo che gira;
Gira con movimenti impacciati, senza di te.
Qualcosa ti piace, qualcosa meno, ma tutto rimane in superficie, perché quello che appare a te è un moviemento concentrico che nel complesso dinamico forma un armonia banale, ma tagliente.

Il muro non ti protegge più; spesso ti dimentichi che l'hai costruito con la carta pesta, e anche un minuscolo ago può intaccarlo.

Sul tuo tagliere incurvato dal tempo, alle prese con il taglio di broccoli e salmone, ti appigli alle costanti che nella tua vita possono essere manovrate da te, te sola.
Dannazione, le costanti non bastano, tagliategli la testa.
Sono la regina di cuori, fragili e incandescenti.

La paura che mette in discussione la tua intera esistenza, i piedi legati al piombo che ti fanno inclinare anche la schiena, fino a prostrarti ai piedi dei tuoi demoni, dalle corone di ossi.

Al diavolo per un attimo la leggerezza.
Lasciatemi immgergere nel lago di petrolio, fatemi decantare qui dentro, appesantita.
Come puoi tornare a volare leggera, se prima non hai preso coscienza del tuo peso?

Imbronciata rimani, con gli zigomi corrucciati, gli occhi come habitat naturale per anfibi.
Vorrei un paio di occhiali da sole, in grado di inglobare le fantasie che rendono questa vita abbondante.
Si', abbondante; come i corpi maestosi di donne africane, come una cena condivisa intorno ad un tavolo di legno grezzo, come l'amore che trabocca dopo lo scorgere di un calice di vita vibrante. Come il pianto di disperazione, come il sollievo dell'acqua di ruscello.
L'abbondanza.

E allora Demoni, vi faccio danzare nelle mie sale da ballo ancora per un pò, ma non esiterò a chiudere i portoni e mandarvi via, quando intravedrò dietro la collina verde la parte più bella di me, che porrà ombra su di voi.

Mi truccherò con polvere di stelle, e pigmenti rossi sulle mie guance Sioux, guerriera quale sono.
In attesa, che il sipario cali.

"Cesa de definirte: 
concédete todas 
las posibilidades de ser,
cambia de caminos
cuantas veces te sea necesario."
        
Alejandro Jodorowsky.

Wednesday 8 February 2017

Lotta con i lupi.

Si girò con leggerezza, perchè era l'unico modo che conosceva.
Ginevra non sapeva cosa le sarebbe aspettato, ne la forma che la sua vita avrebbe preso.
Però si è girata, e questo è stato il gesto decisivo.
Un applauso per Ginevra.

Ma chi glielo dice che sarà un buco nero?
Chi le dirà che sarà una confronto bellico quotidiano contro se stessa?
Chi le dirà che l'impatto con il mondo fa male da morire, peggio delle spine della miglior rosa?
Chi le dirà che l'importante sarà camminare sempre, perchè qualche volta si sarà zoppi, ma bisogna proseguire?
Chi le dirà che non dovrà smettere di darsi le carezze?
Chi le dirà che l'autobus costa sempre 1 moneta sola, ma farsela a piedi è una storia molto più saporita?

Chi glielo dice a Ginevra, che le verrà da urlare fino a perdere la voce, di rotolarsi tra le coperte tutto il giorno senza voler uscire ad annusare il mondo, che ci saranno giornate in cui vorrà spennellare il mondo di giallo opaco, che il gelato in inverno non va preso, ma anche chissenefrega.

Chi glielo dice, a Ginevra, che da quando si è girata, sarà una lotta con i lupi?
Ma soprattutto, se Gin ha letto "Il libro della Giungla", saprà di certo che gli stessi lupi possono essere la famiglia più calda.

Nessuno lo dirà a Ginevra.
Un salvifico "nessuno".
Ma fa parte del libretto d'istruzioni e lei, questo, non lo sa ancora.
C'è ancora tanto di quel tempo per scoprirlo, bimba mia.

Con leggerezza, le zampe lunghe, e i denti affilati.
Un Ghepardo con le orecchie affusolate, ma attente,
E non voltarti mai.

Saturday 4 February 2017

Crema ai lamponi.

Un Flat white con latte di soia, e uno Scone impregnato di ricordi.
Avvolgenti sensazioni in un pomeriggio limpido.
La bellezza del donare, per la gioia di ricevere.
L'energia vitale con cui si dona è caratterizzata  e alimentata da un amore inspiegabile per la spontaneità.
Ma che menzogna sarebbe nascondersi dietro alla bugia di non estasiarsi all'innocente idea di ricevere?
Agire con la purezza dell'ascoltare se stessi, privandosi di ogni etichetta di cartoncino.
Compiere il regalo che si è.
Perché troppo spesso le ali sono macchiate di sostanza nera, e appena si tocca terra, si e' il nulla.
Liberarsi!
L'innocenza e la pazzia, una pozione contro il male del globo.
Proteggersi!
Uno scudo fatto di saggezza e crema ai lamponi!

Thursday 2 February 2017

"Poesía sin fin"



"This wonderful work will be lost.
Everything will vanish.
Our souls will disappear, it doesn't matter, dreams vanish too.
And little by little we dissolve as well.
Poetry, like the shadow of a flying eagle, leaves no trace on land.
A poem reaches perfection when it burns."

Senza calze, il freddo che arriva dal basso.
Non si vuole arrivare a questo. Ma in fondo sì.
"Collapse".
 Collera e gioia in un mix analcolico moderno.
Prolisso, il riflesso si infrange.

"Soy artista, soy poeta".

Sono quello che bramo essere.
Lo devo essere, un imperativo affamato, ma senza armi.
Gioco a sognare.
Tutto appare allegoria, ma attendo ciò che non arriva mai.

Allora c'è da agire.
La poesia è azione.
L'azione che amo come estensione alla vita.
E mi protraggo a ricercare la perfetta cucitura ai buchi, in un mondo con l'ulcera.

E allora, mio amato Alejandro, mi annaffi di poesia ancora, e ancora:

"Qual es el sentido de la vida?
El cerebro hace preguntas, el corazón da respuestas...
La vida no tiene sentido, hay solamente que vivirla.
Vive!
Vive!
  Vive!"

Alejandro Jodorowsky, "Poesía sin fin".