Quella che mi fa fermare sempre al mio baretto all'angolo con Coni Zugna. Quella che mi traina avanti anche quando il giudizio mi rallenta.
La forte debolezza che mi fa fermare per un cornetto prosciutto e fontina e spremuta.
Scusa, torno tra un’oretta ma prima pausa merenda.
La mia forte debolezza, quella che spanna i vetri dalla paura e dall’incompiutezza.
Quella che l’compiutezza l’ha sposata alla nascita.
La forte debolezza, che alla fine la mia dottoressa l’ha sempre saputo che era il mio nome di battesimo.
La forte debolezza è una cazzutissima spina nel fianco, esattamente come i primi giorni di ciclo al mare.
Pensavo anche, che la forte debolezza fa da ossimoro alla grande bellezza. Chissà cosa ne pensa Sorrentino.
È proprio quando mi siedo, e guardo i tram incrociarsi gli sguardi, che capisco che stronzo non è sinonimo di forte, ed essere feriti sinonimo di debole.
Ma chissà perché tutta questa grande rottura di coglioni a ventitré anni.
L’ansia mi fa afa.
Il giudizio mi appanna i retrovisori.
E comunque, mi dimentico sempre che nei retrovisori la gente mi supera sempre, ma io non prendo multe.
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