Sento la sirena dell'ambulanza suonare almeno 3 volte al giorno. Sicuramente è molto più di quanto sento le campane suonare nel mio paese. All'inizio non ci fai caso. Pensi: ci sarà qualche anzianetta che non si è controllata la pressione, un quindicenne generoso con i grammi di cannabis, una cinquantenne che pensa che la glicemia sia la sorella di pandemia, e quindi tracollo. Poi mi rendo conto che la sento un pò troppo spesso, questa sirena. è diventato un suono che intorpidisce. Prendo la macchina e attraverso la città. Ma dove vuoi andare? Ma stai a casa, ma stai fermo. Avvicinarsi crea repulsione. Ma quando mai? Da quando siamo diventati tutti dei mostri inavvicinabili? L'era dell'isolamento.
Ecco perché;
Nessuno mi aveva avvisato. Tutto ad un tratto, il mondo è pazzo.
Il mondo si rinnova ciclicamente, è vero. Quando avevo 9 anni, il mondo era ovattato e mi piacevano i cerchietti. A 15 mi sembrava di avere delle tette grossissime e spendevo sicuramente troppo tempo a truccarmi. A 16 volevo morire. A 19 ho imparato a stare da sola sul globo. Quindi ci sta; il mondo, il mondo di ognuno di noi, cambia sempre, e meno male. Questa volta il mondo ha solo deciso di dare fuoco ad ogni suo neurone e prendere una strada completamente priva di pavimentazione e segnali stradali. Quindi vale tutto? Ok.
Allora vorrei che tutti i negozi avessero il pavimento giallo e vendessero ravioli cinesi all'entrata. Vorrei sentire per le strade musica anni 80 e fermarmi a sostare su grandi letti matrimoniali con scimmiette che mi cantano la ninna nanna. Vorrei che i capi di lavoro ti chiedessero se stai bene. Vorrei che esistessero delle ciminiere azzurro turchino per le brutte persone. Vorrei che i padri si prendessero cura dei propri figli senza farne degli altri. Vorrei che dal soffitto pendessero biscotti al cioccolato quando qualcuno impreca dietro un telefono. Vorrei vedere un novantenne obsoleto che raccoglie i cachi aiutato dai bimbi della famiglia musulmana davanti a casa mia. Vorrei vedere meno bici rubate e più sagre della porchetta. Mi piacerebbe trovare delle casette per i cuori spezzati e degli uccellini che con il loro becco li ricuciono insieme. Mi piacerebbe che il capo di ogni stato si mettesse a dipingere un arcobaleno e si accorgesse che esiste più di un colore. Vorrei poter vedere il coraggio uscire dagli uomini razzisti nel dire "sono infelice". Vorrei vedere un prete andare ad annaffiare l'orto con suo cugino che si sta per sposare con un uomo. Mi piacerebbe che a natale la gente smettesse di essere ingorda. Mi piacerebbe vedere una ragazza vestirsi con gli occhi bendati e sperare che allo specchio lei possa sorridere comunque. Vorrei che le persone di colore si concedessero di avere paura dell'altro, senza che sia il contrario. Vorrei che tutti leggessero più libri di antropologia. Vorrei poter guardare un film senza avere l'ansia che gli attori non indossino la mascherina. Vorrei che le persone non avessero paura di non sapere dove appartenere. Mi piacerebbe poter amare senza che i miei traumi facciano lo sgambetto anche all'altro. Mi piacerebbe dire ai nonni di tutto il mondo "grazie di tutto questo, va benissimo così". Vorrei che i maggiordomi nei film siano bianchi. Sarebbe bellissimo vedere un ragazzo insegnare ad una bimba come si mette il mascara sugli occhi. Vorrei che le religioni fossero state create per essere felici. Mi piacerebbe vedere le mani toccarsi, i corpi sudare vicini. Vorrei che non esistessero più i soldi, ma si scambiasse tutto con ricette mediche. Del tipo "questo divano costa una ricetta per l'imodium" "No mi spiace costa troppo, ho solo una prescrizione per le gocce omeopatiche". Vorrei vedere le persone che si spalmano la crema delle mani senza pensare che quello sia disinfettante. Ho il cervello così igienizzato che potrebbe diventare una sala parto. Vorrei che ogni madre regalasse ad ogni figlia il manuale della libertà. Mi piacerebbe che crescere un figlio maschio dia un senso di responsabilità e cambiamento non da poco. Vorrei che il "diverso" sia un arricchimento impagabile. Mi piacerebbe vedere le persone mangiare insieme senza dover parlare per forza. Vorrei che tutte le donne urlassero a squarciagola "sono abbastanza" e appendessero sopra il letto del proprio padre una bandiera bianca.
Mondo pazzo, volevo dirti anche un ultima cosa: Sono stanca di calcolare i centimetri che mi separano da te, chiunque tu sia. Sono arrabbiata. Sono triste. E quando sono felice, mi fa così strano che quasi mi sento in colpa.
Poi mi ricordo di una cosa, mio caro mondo pazzo; forse quella pazza sono io, e questo è solo uno stupidissimo scompartimento della mia cartella clinica. Però che buffo sarebbe, se tu fossi pazzo per davvero.
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