Disegno di Rachel Miles |
"Santo il vizio della lotta,
quello del desiderare.
Santo stare immobile,
anche se non serve a niente.
Santo il mio volere,
anche se nessuno sente,
sacrosanto chiedere il mio posto ad alta voce,
sacrosanto chiedere il mio posto ad alta voce.
Senza peso, infilata nel cielo,
o schiantata, schiantata per terra (...)"
Sarah Stride -"Schianto"
Piove su di me la ricorrenza più importante: l'appuntamento con me stessa.
Come quando l'aria si fa contorta, tu custodisciti come una scatola di cartone sotto la pioggia, tra le tue stesse mani.
Brama la tua salvezza, che consiste nell'espressione della tua volontà.
Sì, sia fatta la tua volontà.
Quella che con rigidità soffochi, diseredi, fai estranea.
Quando il silezio sordo vuole vincere, scegli l'espressione.
Esprimi per riprendere il respiro costante e fluido, per ritornare a guardarti allo specchio e sentirti ancora appartenere a quell'immagine lì.
Esprimi per ricordarti la tua forma, ed essere sicura di potertene ricordare sempre.
Esprimi per dare voce alle immagini che vibrano in te senza corde vocali, e a volte anche alzare il volume; meglio vetri rotti che muri insonorizzati.
Esprimiti, spremiti, sconvolgiti, rivoltati (anche per tutte quelle volte che non hai rivoltato quei jeans).
Ricalca i contorni, che come tatuaggi fatti a 16 anni si sbiadiscono, cazzo.
Se hai bisogno, sbavali anche quei contorni; meglio spessi e indefiniti, perchè l'indefinito si definisce con il tempo quindi aspetta dannazione, prima la bozza poi vai di edit, piano piano.
Esprimiti per delineare una collocazione, così da lasciarti aperta e libera di accogliere lo straniero.
Più manifesti la tua sagoma, più l'interazione con il globo si ossigena, e le scelte avvengono con il sorriso.
Riprendi il passo, e ricalcalo, danzando sulle orme.
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