Monday 19 February 2018

Poetry happens even in the middle of the street.


Taipei is being revealing; more correctly, the frame of the revelation.
My day has been full of warmth since I opened my eyes until I've closed them.
I felt magic in the 26 degrees this city gifted me , in cleaning this big empty and pure house, in the soft blow of the air surrounding my figure.
I put my hot green tea in my flask and my day took the right speed.
I have already had in mind which kind of cloth would have touched my skin today.
I wanted comfort and elegance; like a random painter I put some color on my eyes, and that's where magic intensified.
The music coming from my phone never abandoned this narration and somehow it was the load-bearing of my day.
I just felt so much purity in it, as something that happened to you without any expectations, and suddenly you are endlessly grateful and you want to have an active role in it.
Every day, I am trying to portray the new page of my narration, and today I felt honey helping me to write smoother.
Often we have this unbearable pressure of having the lead.
Today I felt like a bright energy decided to bring me trusting her.
So, this was it, trusting something bigger, and renouncing for once your monsters.
I (almost) ended my day walking on the street with a Merlot's bottle in my hand as a present for a friend and again, life surprised me: a little girl holding with fierce some sparklers , and masterly moving them in the air with circle's movements.
I found it of an extreme magic; letting the energy pass through you, in order to be able to draw your story.
Poetry happens even in the middle of the street.

Tuesday 13 February 2018

Anche senza un titolo.

Pretendere di stare ancorati ad una piattaforma, l'incessante bisogno di una catena spessa, che in qualche modo inconscio sblocchi il flusso.
L'attitudine indistruttibile di stare seduta da una sola parte della panchina, a fissare solo un pezzo del meraviglioso panorama di fronte a te.
La tenacia fatta di pasta brisèe, che pensi di durare invece come un fiammifero ti assopisci alla potenza che è la vita.
Per l'ostinazione di poter esprimere il Tutto, nel Subito.
L'incontinenza di volere essere tante cose, ma in una forma sola.
Quando si smetterà di combattere questa guerra contro i fantasmi?
Vorrei vivere senza la pretesa di un fine, senza la pressione delle righe rette; mi piacerebbe un terreno malleabile, senza il nevrotismo dietro allo smalto delle unghie sbeccato.
Vorrei il petto più leggero a pensarmi indefinita e poco omogenea, piena del tutto, senza identificarmi in sagome particolari.
Mi piacerebbero moltissimo occhiali dalle lenti "concezione a diapositiva".
L'accettazione di un'essenza a macchie, il volere abbandonare ogni bisogno di avere una massa: avere una massa significherebbe pressocchè avere un peso, forma e dimensione.
Spesso vorrei essere esente da ciò che mi permette di dare peso all'essenza.
Lasciare decantare, decodificare, per poi ripristinare.
Ricordarsi l'inno della propria narrazione, e riprendere a decorare la novella che avevamo lasciato in sospeso.
Ricorda: stare ferma, solo per prendere meglio la mira.

Tuesday 6 February 2018

Genuina incantevolezza.

Disegno di Rachel Miles

"Santo il vizio della lotta,
quello del desiderare.
Santo stare immobile,
anche se non serve a niente.
Santo il mio volere,
anche se nessuno sente,
sacrosanto chiedere il mio posto ad alta voce,
sacrosanto chiedere il mio posto ad alta voce.
Senza peso, infilata nel cielo,
o schiantata, schiantata per terra (...)"
Sarah Stride -"Schianto"

Piove su di me la ricorrenza più importante: l'appuntamento con me stessa.
Come quando l'aria si fa contorta, tu custodisciti come una scatola di cartone sotto la pioggia, tra le tue stesse mani.
Brama la tua salvezza, che consiste nell'espressione della tua volontà.
Sì, sia fatta la tua volontà.
Quella che con rigidità soffochi, diseredi, fai estranea.

Quando il silezio sordo vuole vincere, scegli l'espressione.
Esprimi per riprendere il respiro costante e fluido, per ritornare a guardarti allo specchio e sentirti ancora appartenere a quell'immagine lì.
Esprimi per ricordarti la tua forma, ed essere sicura di potertene ricordare sempre.
Esprimi per dare voce alle immagini che vibrano in te senza corde vocali, e a volte anche alzare il volume; meglio vetri rotti che muri insonorizzati.

Esprimiti, spremiti, sconvolgiti, rivoltati (anche per tutte quelle volte che non hai rivoltato quei jeans).
Ricalca i contorni, che come tatuaggi fatti a 16 anni si sbiadiscono, cazzo.
Se hai bisogno, sbavali anche quei contorni; meglio spessi e indefiniti, perchè l'indefinito si definisce con il tempo quindi aspetta dannazione, prima la bozza poi vai di edit, piano piano.

Esprimiti per delineare una collocazione, così da lasciarti aperta e libera di accogliere lo straniero.
Più manifesti la tua sagoma, più l'interazione con il globo si ossigena, e le scelte avvengono con il sorriso.

Riprendi il passo, e ricalcalo, danzando sulle orme.


Il te con il latte.


La dolcezza che ha la forma triangolare.
Non percepisco gli spigoli, quindi ritengo sia una triangolarità un pò unica.

Sento il dolce perchè oggi la scelta di se stessi mi si è stata presentata su un piattino tondo tondo.
Sento il dolce nell'amarezza di un pomeriggio dove la testa pesa troppo; al posto che farla cadere, 
te con il latte come paracadute.
Sento la dolcezza nell'isolamento sano, quello sotto le luci soffuse della caffetteria, quelle che ti proteggono in una vastità di pericoli.
Sento la dolcezza nella lontananza dei volti amici, che i chilometri come eco ti ricordano i valori per i quali ancora ti alzi ogni mattina.
Sento la dolcezza, nel sapore del te con il latte, ancora una volta che è esattamente come me lo faceva mia nonna, ed eppure così diverso.
Lei ci metteva il suo, ed eppure non ho mai capito cosa lo rendesse così dannatamente unico, quasi da darmi sui nervi, quell'unicità.
Mi ritrovo in una caffetteria nella periferia di Taipei a rintanarmi in quella familiare unicità.

Sento la dolcezza nell'esigenza del dovermi raccontare, nascondendomi dietro forme, colori e parole, maschere contro l'invecchiamento.
Sento la dolcezza, anche quando è amara, anche quando è scomoda, anche quando vien voglia di aggiungere più sale, o allungare con l'acqua.
Sento la dolcezza, perchè è quella che mi salva, perchè è quella che spezza il cuore, e poi rigenera con cellule nuove.