Friday 27 January 2017

Colori in nota danese.

Una dolce insalata di orzo che sa di agrume. 
Il salmone con il suo rosa che si mescola con pomodori di un giallo sferico. L'uvetta umida addolcisce  la mandorla croccante, e i pistacchi danzano sulla melodia in verde.

Una ragazza danese, i capelli di un arancio caldo, che accolgono morbidi l'interlocutore in uno sguardo che sa di amicizia gratuita.
Grazie vita.

Thursday 26 January 2017

As a Daffodil.


In the apparent state of suspension.
The observation of detail,  which in its precarious perfection
it packs a ton of incredible luminous substance.

The ecstasy of this moment.
The assumption of consciousness,  presence to the mind,
and the sensible world is only a  distant echo.

Perceiving, and knowing how to tell it; 
the capacity to allude to a higher level of our knowledge.

There is no more rewarding thing to know that loneliness is just a short ruffled hiding, but fortifying.


Monday 23 January 2017

D'intreccio.



Sì oltraggioso nodo, mi riferisco proprio a te.
A te che ti radichi dentro di me senza un magro permesso, a te che stringi sempre di più sino a farmi malapena respirare.

A te nodo, che ovunque vada, e qualunque sforzo mi permetta di fare, sei sempre dietro l'angolo più nascosto della mia anima, a ricordarmi la mia immancabile irresolutezza.
Sei il mio grigio promemoria di quanto sia consolatorio utilizzare costantemente la scusa del "è tutto complicato" per mancare alla propria salvezza. 

Contorto, spesso, ruvido, mi invadi senza darmi il tempo materiale per districare il primo delle tue tante ramificazioni. 
Mi sveglio, allungo il braccio, e la mia mano pallida si allunga per raggiungere quella bolla luminosa, ma tu infinitamente presente e fuso in me, lo impedisci.

Sei tu nodo, 
che mi vuoi convincere che sia irraggiungibile, quella matassa libera al vento che sorride ai campi fioriti, libera.

Sei tu nodo, 
che mi oscuri le ore facendomi credere che la mia piccolezza possa vincere sui miei sogni.

Sei tu nodo,
che il tuo compito quotidiano è quello di mettermi in guerra con me stessa, e sfoggi odio e calunnia.

Sei tu nodo,
che cerchi di ammaliarmi con la tua sconfinata pesantezza del tuo essere complesso.

Ma sai, mio caro nodo, che ora mi avvicino e ti do una carezza.
Poi ti abbraccio, ti bacio, e ti abbraccio ancora.
Ti farò mio amico, mi prenderò cura di te.
I nemici non si combattono, per il semplice fatto che non lo sono mai stati.
Torno nella mia penombra, dove l'intermittenza della luce mi permette di vedere quanto sia bella questa vita, d'intreccio.

Friday 20 January 2017

Poesia d'autenticita'.


"Il non essere è simile all'ovatta,
in cui sono avvolte le nostre giornate.
Tutto il problema dell'esistenza consiste
nel cogliere i momenti in cui le cose si fanno
trasparenti e si trova la traccia. 
Come se, per uno squarcio improvviso,
il fondo dell'essere divenisse visibile
e la poesia si facesse realtà."

                         Virginia Woolf



La sagoma mi appare chiara, ma con un soffio di vento già scompare.
Questa ostinata ricerca di una verità.
Ma al diavolo!

Se fosse la ricerca stessa, l'unica e autentica verità?
È questo che mi piace credere, ed è questo che proteggo.

Vengo alimentata da una costante voglia di creare, distruggere, e sviluppare.
Questa sensazione di vuoto che sa di lavanda, ma è solo grazie al vuoto che posso permettere alla poesia di entrare.
È un vuoto, ma che può essere vissuto.
Ed è proprio per questo che la mia costante situazione è un vuoto pieno, impregnato di vita.

Alla fine mi siedo, con le ginocchia sbucciate; più mi impegno a trovare risposte, più la poesia sfugge dalle mani che profumano di corda.

Osservo il cielo, oggi è così generoso, e mi crogiolo in quella limpidità.
Ora sì che riesco a vederle bene quelle forme, chiare e nitide, come inchiostro su carta velina.
Quella è la sagoma, della mia poesia d'autenticità.

Amèlie, e il suo potere rinvigorente.






"Una giovane ragazza con un gusto pronunciato per i piccoli piaceri della vita; immergere la mano in un sacco di legumi, spaccare la crosticina di una creme brulée con la punta del cucchiaino e far rimbalzare sassi sull'acqua del Canal Saint Martin (...)
Amélie sente di essere in totale armonia con se stessa. 
In quell'istante tutto è perfetto. La mitezza del giorno,quel profumo nell'aria, il rumore tranquillo della città. Inspira profondamente e la vita le appare semplice e limpida".


"Il favoloso mondo di Amélie" è un magico film francese del 2001, diventato una cura efficace per i momenti di paura. 
Mi ha insegnato la leggerezza necessaria da acquisire nella vita quotidiana, 
ma soprattutto, mi ha fatto inglobare nel sogno di poter trasformare la propria vita in una tavolozza multicolore , sapendosi divertire, prima di ogni cosa.

Amèlie è semplicemente la mia eroina, perché in fondo tutti noi abbiamo bisogno di un appiglio, nella nostra fantasia.

Là tutto risiede, nella nostra fantasia.
È lo scrigno, che ci salva e protegge.
La fantasia è la nostra spada argentata da usare per conquistarci il nostro microcosmo, per costruirci dei punti saldi, e combattere i draghi più oscuri.

Allora respiro, e mi faccio salvare.




Poetry's birth.


" Le poèt est semblable au prince  des nuées.
Qui hante la tempête et se rit de l'archer;
Exilé sur le sol au milieu des huées, 
ses ailes de géant l'empêchent de marcher."

Charles Baudelaire

Negli angoli di una città vibrante, sento che i colori mi seguono come scie elettriche; si infiltrano senza permesso nei miei pensieri affollati, e si crea l'armonia. 
Cammino svelta, come e' sempre stata la mia spinta da mezzofondista; passi lunghi e lo sguardo che annaspa disperato. 
Perché in fondo si', il mio sguardo e' sempre alla disperata ricerca di una poesia, di una nuvola fatta di zucchero filato, di una carezza che non arriva mai, di un viso da dipingere con le dita.
Navigo costantemente in questa condizione di sospensione. 
Dannazione, fatemi scendere.
La mia camminata diventa una corsa, e la accolgo respirando.
Correre mette in moto tanti centri energetici, e faccio si che tutto scorra senza ostacoli.
Come se fosse una mattina che a stento si sveglia e ti regala i suoi raggi. 
Quella tazza di caffé che sembra non finire mai, ma ti riscalda le guance.
Quel profumo di sapone che é ancora intrappolato tra le lenzuola, e ti raccogli i capelli sfiorandoli come piume. 
Poi decidi di volerti bene, per oggi.
Questo significa lasciarsi abbracciare dalle ventate che arrivano, farsi trasportare dalle correnti d'aria, e soffermarsi nella la brezza che ci ingolosisce di più.
Oggi mi faccio affascinare dal caffè latte, dalla mia playlist sconclusionata, dai pigiamoni da non mostrare mai in pubblico, dai raggi solari che si posano sulla mia parete di cartongesso, dal profumo di girasole nella mia stanza. 
Con le pantofole danzo in mezzo alla cucina, con due uova all'occhio di bue, la morbidezza dell'avocado spalmato, e le pieghe delle risate sul mio viso.
È proprio così, che scateno la poesia, 
in questa corsa di mezzofondo senza fine.